Intervista Psychords

La Band delle Psychords è formata da Violet(voce/chitarra), Giò (basso/seconda voce) e Clà (batteria). Tre amiche e musiciste che, con passione e tanta personalità sonora, hanno realizzato il loro primo EP autoprodotto, dal titolo omonimo. Suonano dell’ottimo punk rock, “alla Ramones”, orecchiabile, coinvolgente e molto d’impatto. Dopo averle viste dal vivo, dopo aver ascoltato il loro EP, abbiamo pensato di realizzare con loro questa intervista. Buona lettura.

Ciao Ragazze, grazie per aver accettato questa nostra intervista. Sappiamo che dopo l’uscita del vostro primo EP, siete molto impegnate nella versione live dei brani. Come sta andando? Siete felici ed entusiaste dell’accoglienza che state ricevendo?

Grazie a voi per l’opportunità di raccontarci ai lettori di Ondalternativa. In questo periodo siamo molto soddisfatte per come sta andando e particolarmente positive per il futuro: l’ep sta avendo un buon riscontro sia in Italia sia all’estero, del tutto inaspettatamente. In Inghilterra in particolare siamo molto apprezzate da chi ama il genere… intravvediamo grandi cose in UK!!! Anche i live qui da noi vanno bene! Certo in Italia non è facile per varie ragioni ma noi non ci fermiamo mai! Gli ultimi concerti sono stati entusiasmanti: il pubblico sta rispondendo bene e le vendite dell’album non più solo ai nostri amici lo stanno dimostrando!

In novembre, vi abbiamo visto al Rock’n’roll di Milano, in apertura agli Atom Age, una Band americana. Capita spesso di suonare con Band formate da soli uomini. Notate una certa differenza e diffidenza di trattamento oppure vi considerano “al pari livello”? Com’è vivere in un mondo un po’ troppo “al maschile”, musicalmente parlando?

Sicuramente quello della musica rock è uno dei mondi prettamente ‘al maschile’ che ci circondano… A dire la verità, a volte la cosa si è rivela vantaggiosa: la band femminile suscita curiosità e ci distingue dalla massa. E nel caso di pregiudizi di genere, alla fine prevale lo stupore, perché non ci si aspetta uno show come il nostro da ‘solo tre ragazze’. Così come spesso non si aspettano le batoste che ricevono giocando con noi a calciobalilla in attesa dello show: un modo come un altro per ricredersi! 😀

Psychords. Da dov’è nato questo nome? Come si è formata la Band?

La band nasce dal sogno di Violet di formare una ‘all female band’, qualche anno fa. Così in un pub di Milano conosce Giò (ai tempi chitarrista) e non se ne separa più! Dopo poco tempo arriva anche Cla, una neofita della batteria determinata a fare pratica in una band. All’inizio eravamo cinque ragazze, ma presto sono cominciati i cambi di formazione, che hanno visto arrivare nella lineup anche diversi ragazzi con cui abbiamo cominciato a farci le ossa sui palchi. Da poco più di un anno però abbiamo capito di volere di più: cominciare a scrivere i nostri pezzi, solo noi tre: ci siamo buttate con gli occhi bendati e un pizzico di incoscienza in quest’avventura, ma siamo andate avanti come dei carri armati! Finora abbiamo sempre fatto di testa nostra seguendo il nostro cuore ed è andata bene! È questo che ci rende felici e vogliamo continuare su questa strada! Il nome ‘Psychords’ è un gioco di parole che unisce la radice “Psycho” alla parola “chords” (accordi): accordi pazzi, furiosi per così dire… riteniamo rappresenti l’essenza delle nostre composizioni e del nostro stile musicale.

 

Avete autoprodotto il vostro primo Ep ed avete scritto sia testi che musica. L’uso della lingua inglese è una scelta sia emotiva che di mercato discografico?

“Se dobbiamo sognare, meglio farlo in grande!” Scherzi a parte, abbiamo sempre creduto che cantare in italiano possa essere limitante, soprattutto per il genere che facciamo, peraltro poco considerato nel nostro mainstream. Spesso ci è stato detto “dovete smetterla di cantare in inglese, passate all’italiano!” E a dire il vero qualche tentativo lo abbiamo fatto, ma è più forte di noi! Del resto siamo cresciute ascoltando Beatles, Ramones, Clash… quindi è più facile per noi concepire pezzi in inglese: la musicalità della lingua inglese è troppo salda nei nostri cuori!

La realizzazione grafica del disco è molto curata. Foto e scritta/logo sono veramente di livello. Avete pensato voi anche a questo aspetto? Compreso il merchandising? Fa sempre parte di quell’indole punk del “do it yourself”?

Questo argomento ci rende particolarmente fiere perché il DIY è un po’ la nostra filosofia di vita! E quindi dai vestiti al taglio di capelli, dall’album allo show del nostro release party… tutto DIY! Abbiamo ricevuto aiuto da qualche amico per la realizzazione di alcune nostre idee (grafiche, registrazioni, video, foto) ma la maggior parte del lavoro è stata fatta e coordinata da noi. Quindi, a maggior ragione, grazie per l’apprezzamento: DIY and do it better!

 

Progetti a breve, medio e lungo termine. Vi va di raccontarci un po’ di sogni nel cassetto che avete intenzione di concretizzare?

A breve termine, sicuramente abbiamo intenzione di realizzare un album completo (a cui stiamo già lavorando) insieme al nostro prossimo video. Poi, a fine gennaio, il mini-tour in Inghilterra: già un sogno che si sta per realizzare e che speriamo ci dia buone occasioni per farci conoscere all’estero e – perché no – svoltare consentendoci di dedicarci anima e corpo alla nostra musica. Ovviamente ci piacerebbe anche suonare sui grandi palchi… ma è solo questione di tempo! 😉

Come nascono i vostri brani? In sala prove, tutte insieme? Prima la musica e poi i testi? Qual è il pezzo che in assoluto, in questo primo EP, descrive meglio la vostra attitudine?

I brani in genere nascono in sala prove: magari c’è già un riff che ronza in testa a qualcuna di noi e lo sviluppiamo sperimentando insieme. Di solito quindi nasce prima la musica, poi arrivano i testi… È bellissimo quando lavoriamo a un nuovo pezzo! È un fluire di emozioni, di intesa e di complicità! Praticamente non portiamo avanti niente che non rispecchi tutte e tre: riteniamo che la sintonia su tutto sia la nostra forza e il segreto di un progetto che possa ben riuscire, oltre che della nostra amicizia! Sicuramente, il pezzo che ci rappresenta di più è ‘I wanna live like Joey Ramone’: una carica di positività ed energia (definito ‘pura dinamite’ da un blog inglese) che parla delle nostre aspirazioni e racchiude aneddoti divertenti delle nostre serate più ‘memorabili’.

Provate a descrivervi come se foste uno spot pubblicitario. Qual è lo slogan più giusto per raccontarvi?

Beh, per fortuna ‘se lo conosci lo eviti’ è già stato preso anni fa! 😀 Sfrutteremmo il copyright per usare il ritornello del nostro pezzo ‘Riot’: You’ve got your rights – now get up and fight – the only way to get it is – RIOT, RIOT, RIOT! Esprime la nostra non accettazione di tutto ciò con cui la società cerca di imprigionare e addormentare le nostre menti… dell’ipocrisia e l’artificialità delle nostre vite ‘finto-perfette’. Lo spirito combattivo e il senso di critica ci accomuna e non dovrebbe spegnersi mai nella società… quindi noi continueremo a gridare, con la nostra musica, “Riot! Sempre e comunque”.

a cura di Laura & Max – Mind the sounds!

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