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29 Gennaio 2009 | Attualità

Garante della privacy spiega le insidie di Facebook

Mentre la Facebook-mania impazza fra i giovani e i meno giovani, il Garante per la privacy ha pensato di porre l’accetto sui pericoli che si incontrano sui siti di social network. All’argomento è stata dedicata la Giornata Europea della protezione dei dati personali (28 gennaio), con l’indicazione ‘Social Network: attenzione a non cadere nella rete’. A preoccupare Francesco Pizzetti e Mauro Paissan, rispettivamente presidente e componente dell’autorità Garante, sono i rilevamenti secondo i quali s ono quasi sei milioni gli italiani ‘intrappolati’ nella social-rete senza conoscerne le controindicazioni. ” I Social network – ha messo in evidenza il Garante Francesco Pizzetti – vanno usati con la consapevolezza che non si parla solo tra amici, che si danno informazioni a una platea non definita, che è quella della rete, e soprattutto che queste possono restare per un tempo indefinito. La prima protezione – ha affermato – è quella che noi facciamo sui nostri stessi dati e sui nostri comportamenti. Ognuno di noi, se pensa alla propria giovinezza – ha continuato il Garante – non può non avere il ricordo di qualche momento in cui ha fatto qualcosa che oggi non vorrebbe mostrare a colleghi e famiglia. Può anche essere una banale ubriacatura ad una festa di compleanno. Oggi al contrario i ragazzi mettono queste situazioni in rete: devono pensare che un domani potranno essere usate anche contro di loro. Per esempio – ha aggiunto – ci preoccupa il fenomeno dei datori di lavoro che, in particolare in Inghilterra, vanno a monitorare questi siti per profilare chi fa domanda per un posto. Oltre al curriculum, si va a vedere se sulla rete ci sono tracce di comportamenti: a volte questo può diventare un elemento che spinge a rifiutare la domanda di lavoro “. Secondo una ricerca citata in sede di conferenza, infatti, il 77% di chi recluta personale cerca possibili candidati sul web e il 35% di loro sostiene di aver eliminato un candidato sulla base di informazioni scoperte navigando in Rete. Stando a un altro sondaggio realizzato nel Regno Unito, quattro milioni e mezzo di ragazzi tra i 14 e i 21 anni rischiano di subire ripercussioni negative sul proprio futuro lavorativo determinate dalle tracce lasciate in internet; il 71% dei ragazzi non vorrebbe che un’università o un eventuale datore di lavoro cercasse informazioni in rete senza che loro stessi abbiano potuto prima cancellare i contenuti immessi nei social network. Per rendere gli internauti più conspevoli, il Garante, in occasione della 30ª Conferenza internazionale delle Autorità per la protezione dei dati personali svoltasi a Strasburgo il 17 ottobre 2008, ha stilato con la autorità garanti di 78 paesi una serie di norme per il rispetto della privacy degli utenti di internet consolidate nel Rapporto e Linee – guida in materia di privacy nei servizi di social network, adottato nel 43º incontro internazionale sulla protezione dei dati personali tenutosi a Roma il 4 marzo 2008. Il documento si rivolge innanzi tutto agli utenti, consigliando loro di: 1. fare attenzione quando si pubblicano dati personali e tenere conto che ogni informazione o foto pubblicata potrebbe essere ripresa in futuro da contatti lavorativi. In particolare i minori devono evitare di rendere noti indirizzo e numero telefonico. 2. rispettare la privacy degli altri evitando di citare dati personali o informazioni senza il loro consenso. Questo vale anche e soprattutto per i tag applicati alle fotografie condivise. Le dieci regole principali sono invece dirette ai provider che ‘hanno la responsabilità di tutelare gli interessi degli individui che usano i social network: 1. I provider che lavorano in differenti paesi devono rispettare gli standard sulla privacy presenti in ogni paese in cui operano e si devono consultare con le autorità di riferimento, se necessario 2. I provider devono rendere note le metodologie secondo le quale vengono trattati i dati personali degli internauti. 3. E’ necessario dare all’utente la possibilità di applicare restrizioni alla visibilità della sua pagina. 4. Le restrizioni principali vanno applicati di ‘default’ per garantire la privacy anche agli utenti meno esperti. 5. I sistemi di sicurezza e di informazione sulla protezione dei dati vanno costantemente aggiornati e migliorati per mettere l’internauta in condizione di scegliere la soluzione migliore. 6. I provider devono garantire la possibilità di modificare i propri dati personali e assistere in questa azione gli utenti che intendono farlo. 7. L’operazione di cancellazione totale del profilo deve essere immediata. 8. I provider devono incoraggiare l’uso di pseudonimi 9. Devono essere adottate misure di sicurezza per evitare l’indicizzazione dei dati da parte dei motori di ricerca o da terze parti  e il download di informazioni 10. I provider devono garantire agli utenti la possibilità di dare l’autorizzazione o meno ai motori di ricerca di riconoscere il proprio profilo. La non indelebilità dei profili da parte dei motori di ricerca deve diventare un’azione di default

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Uomo nel grano - ph Pexels

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